Un albero senza radici non resiste alle tempeste, per gli uomini succede altrettanto, ma le radici hanno talvolta un sapore amaro.
Scrivo queste righe durante i giorni della Memoria e, come Italiano in Francia, non avro’ mai parole abbastanza forti per descrivere l’indicibile… l’odore della carne umana che brucia, ancora adesso scuote le viscere.
Era a Trieste, forno crematorio delle Risiere di San Sabba nel 1944, era alle Foibe di Basovizza ,Gorizia, un pozzo minerario riempito di 250 metri cubi di cadaveri, era anche a Gonars, Udine, un campo di concentramento innominabile nelle tranquille pianure del mio Friuli.
Forni crematori, campi di concentramento, foibe…in Italia, in Friuli! Mi vergogno, non posso pensare che alcuni Italiani potessero fare questo, accettare questo.
Diamoci la mano e chiniamo la testa di fronte a questa Storia che ci insegna ancora e sempre.
La pace europea ci ha resi privilegiati, ma l’odore della carne bruciata deve rimanerci nelle narici, non possiamo, non dobbiamo dimenticare: pure l’Italia, il Friuli ha prodotto, conosciuto degli orrori.
La Casa degli Italiani di Lione ospita qualche Associazione italiana che la fanno funzionare: DACI (Discendenti degli Anziani Combattenti Italiani), rinata dalle ceneri è sempre presente con orgoglio alle manifestazioni patriottiche francesi ed italiane rendendo onore con la nostra bandiera, ai Monumenti che portano scolpiti tanti nomi italiani.
Questi Martiri erano Italiani ma sono diventati francesi quando la terra è stata impregnata del loro sangue dopo le battaglie.
Come gli Immigrati del Gruppo Manouchian, 23 uomini dell’organizzazione M.O.I (mano d’opera immigrati) fucilati il 21 febbraio sul Monte Valérien, tra i quali sei italiani, di cui Rino Della Negra, calciatore delle mitica squadra Red Star.
Nella periferia lionese , square Manouchian a Vaulx en Velin, c’è un Monumento con una statua ed una lapide commemorativa con i 23 nomi. Qui si riuniscono, il 21 febbraio, i nostri porta-bandiere insieme a rappresentanti di altri caduti, francesi e di altre nazioni, che la morte ha reso fratelli.
Se i monumenti ai Caduti sono doverosi, parlare dei vivi lo è altrettanto. La Casa degli Italiani è presente a tutte le commemorazioni perchè celebra anche la vita italiana a Lione grazie alle sue Associazioni, molto attive.
Si stima che il 25% della popolazione di Lione e dintorni sia d’origine italiana, 1 su 4, cioè circa 250.000 persone!
Associazione Apulia (Pugliesi), Fogolâr Furlan (Friulani), Vicentini ( Veneti) sono associazioni che lavorano benevolmente per il restauro e la manutenzione della Casa degli Italiani, ma la loro attività comprende anche il sociale, la cultura, la memoria degli scomparsi.
Diventano sempre più pressanti le domande di ricerche di parenti in Italia con i quali nel tempo si sono perduti i contatti.
Ci sono anche momenti ricreativi: la “crostolata » di Carnevale, i concorsi di bocce, le Tombole, i viaggi in Italia (ultimamente Expo di Milano, Napoli e Regione), soggiorni estivi a Igea- Rimini.
Il nostro lavoro di comunicazione in loco ha prodotto buoni risultati. Sempre di più la Casa degli Italiani diventa un riferimento storico-culturale per Lione, conosciuta e riconosciuta non fosse altro per il lavoro dei connazionali benevoli, rarissimo ed esemplare.
La nostra grande famiglia della Casa degli Italiani riesce anche ad aiutare Amatrice o …l’Africa!
Infatti abbiamo inviato una modesta somma ad Amatrice ed al missionario Giampaolo Codutti, friulano che opera in Congo al limite del Rwanda, parrocchia di Kitutu, in una zona selvaggia e molto pericolosa, senza strade, senza elettricità, senza acqua potabile.
La Casa degli Italiani dimostra che l’associazionismo italiano é ancora dinamico, malgrado la vecchia emigrazione sia agli sgoccioli, quella ‘’nuova’’….. forse seguirà il nostro esempio e ridarà vitalità e slancio!
Danilo Vezzio