Nadine du Fogolar Furlan de Lyon honorée en Italie

Le Fogolar Furlan de Lyon a été honoré, lors du dernier rassemblement de Friuli Nel Mondo en juillet dernier,  par le biais de notre Nadine Carniello ! Une médaille ça ne fait pas de mal … enfin une reconnaissance pour nous qui sommes modestes …

Nadine au Fogolar Fûrlan de Lyon

Dans le cadre prestigieux de la Villa Manin (dernier Doge de Venise), Nadine, avec d’autres frioulans du monde a reçu une haute distinction des mains de la présidente de Région FVG (Friuli Venezia Giulia), Debora Serracchiani … ça dû être quelque chose … j’en ai la chair de poule !

Danilo VEZZIO (Président du Fogolar Furlan de LYON)

Villa Manin

Ci-dessous le communiqué officiel

NADINA DELLA MEA

Nadina Della Mea nasce nel 1941 a Udine e cresce a Raccolana. Sedicenne, nel mese di luglio del 1957 da Chiusaforte emigra con i genitori in Francia e si stabilisce nella periferia industriale di Lione. A settembre trova il primo lavoro come racleuse, addetta alla stampa manuale su seta, la grande specialità lionese. Lavora per 70 centesimi di franco all’ora!
Viene poi assunta nel calzaturificio svizzero Bally e quindi nell’azienda metallurgica CEM dove la paga era superiore. Non avendo più famiglia e non avendo il coraggio di dare a balia i due figli Ambra e Mirko, trova in seguito il modo di arrangiarsi per fare diversi lavori saltuari ad ore, anche alle 4 del mattino prima che si alzassero i bimbi, distribuendo quotidiani e riviste agli abbonati. Tra le tante attività, anche quella di sfamare come cuoca gli autisti della ditta Berthelet e di lavorare come cameriera nei fine settimana o la sera quando il marito a casa poteva badare alla prole. I figli intanto crescono e decide così di spiccare un salto: impara a fare la pizza da una amica di Raccolana e inizia a venderla col suo furgoncino nei vari mercati del circondario di Lione.
Con la voglia di fare sempre di più e meglio, riesce a realizzarsi come gerente di un bar-ristorante-pizzeria nella periferia, specializzandosi nel rilevare attività in crisi e nel rimetterle in sesto in pochi mesi. Rinascono così tre floride aziende nel settore della ristorazione.
Conclude il suo percorso lavorativo andando a fare da mangiare a due amatissimi friulani, Adelmo e Lea Pischiutta, la sua famiglia di adozione in Francia.
Malgrado l’impegno imprenditoriale, Nadina è da sempre una delle anime e delle colonne portanti del Fogolâr Furlan di Lione e presta, nell’ombra, la sua missione altamente sociale anche nella Maison des Italiens, distinguendosi per la sua opera assistenziale e di volontariato.

Motivazione: per aver saputo coniugare con caparbietà il successo professionale all’impegno familiare e sociale, promuovendo la crescita dei corregionali a Lione. Friulanista d’eccezione, è una sognatrice che, con la tenacia della donna tipicamente friulana, ha lottato e continua a prodigarsi per il mantenimento della lingua, delle tradizioni e dei costumi del suo amato Friuli.

Lione Crostolata all’antica !

Siamo in quaresima ma tramite internet abbiamo chiesto alle nostre nonne, già in paradiso,  di intercedere affiché Il Fogolâr possa offrire una bella  crostolata ai nostri membri, siamo sicuri che abbiamo ottenuto una dispensa.

Abbiamo proiettato anche un bel film sulle antiche tradizioni, usanze e costumi  del Friuli….il nostro, quello di una volta, quello che ci é rimasto nel mente, nel cuore, nell’anima !
Il film é composto con le opere di Otto d’Angelo il pittore de Friuli, ancora vivo e ultranovantenne, nessuno meglio di lui ha saputo tradurre l’anima del nostro vecchio Friuli, con una straordinaria produzione di quadri, robe da Guinness’ book!

Abbiamo fatto  rivivere ai Friulo-Lionesi la vita in Friuli negli anni 1940/50.
L’emozione é stata forte per molti, qualche lacrima c’é pure scappata, ma i ‘’crostuj e un bon taj di vin’’ hanno rimesso a posto le cose.
Lo sappiamo, questo Friuli non c’é più ..e noi facciamo apposta di farlo rinascere ad ogni occasione, cantiamo ancora à squarciagola ‘’ ce bjel cjscjel a Udin’’ ….certo siamo vecchi, antiquati, con la muffa, ma questa muffa é quella ‘’nobile’’ quella che garantisce  la qualità del prodotto DOCG, di origine controllata e garantita.

A Lione abbiamo sentito tutti gli accenti friulani dal: ponassim, al roseano, di cà e di là da l’aghe, ma tutti uniti dai crostuj e dalle villotte!

C’é qualcuno che disse che la ‘’tradizione, é la trasmissione del fuoco, non l’adorazione delle ceneri’’ di sicuro questo signore pensava a noi di Lione….era un certo Gustav Mahler, un ‘’brâf muc…di chej che san sunales’’

Mangjait crostuj furlans…  ch’a l’é onor e no vergogne!

Mandi a duc’

Danilo Vezzio – Presidente Fogolâr Lione

La Maison des Italiens ambassadrice de la Paix

A Lione la Casa degli Italiani é Ambasciata di Pace

La Casa degli Italiani di Lione é stata salvata dalla decadenza mentre nel mondo intero molte si chiudono o sono moribonde, fra le tante attivittà che svolgiamo troviamo anche il tempo per ambasciate di Pace.

Infatti gli italiani di Lione sono riusciti a passare una bottiglia di Vino della Pace in Libano, sotto le bandiere nere dell’ISIS alla frontiera siriana !
Lione siamo fierissimi di promuovere il Vino della Pace, una creazione friulana, prodotto dalla “Vigna del mondo”, iniziata con alcune centinaia di piante, ora conta su una collezione di 885 vitigni da tutto il globo, per un totale di 7.231 viti diverse, distribuite su due ettari di terreno intorno alla sede della Cantina Sociale di Cormons, per i specialisti si tratta del 70% di uve a bacca bianca, per il 30% a bacca rossa.
Un nostro membro di Casa degli Italiani di Lione, é riuscito a far pervenire una bottiglia di questo nettare in Libano, in una zona di alta reputazione viti-vinicola, dove si producono vini quali il: Ksara, il Chateau Kefraya, il famoso Bzomar.

Il vigneto a terrazza

In queste zone si nasconde anche l’antichissimo convento di Kreim é la régione del Kesrouan, qui si coltiva tuttora il vigneto su terrazze sassose e scoscese, una tradizione che perdura sin dal tempo dei romani.

Il convento di Kreim

Abbiamo parlato con Padre Omar responsabile del convento, che ha vissuto a Roma, e gli abbiamo raccontato la storia del Vino della Pace, fu molto sorpreso da questo simbolico dono italiano .
Il Libano é tuttora una zona di guerra ma il nostro ‘’contrabbandiere di pace’’ ha portato una bottiglia di speranza in queste terre martoriate.
Ancora una volta dimostriamo di essere ambasciatori di pace, ovunque su questa terra, gli emigrati italiani nel mondo, hanno sempre operato per la pace, ed il vino é un’ottimo utensile per otternerla, naturalmente utilizziamo questo attrezzo con maestria … agli italiani piace la Pace senza moderazione … ma il vino sappiamo misurarlo!
Assieme a Padre Omar cantiamo alla salute dei nostri padri, ed alla Pace!

A cura di Danilo Vezzio Casa degli Italiani.

Soutenez les sportifs Frioulans !

Un coureur Frioulan participe au Dauphiné Libéré 2017

Notre ami Waldy MOLINARO, membre du Fogolar Furlan de Lyon, a interviewé Alessandro DE MARCHI, un coureur originaire de BUJA membre de l’équipe Team BMC qui participe au Dauphiné Libéré.
Le 11 juin 2017 à Albertville, nous sommes dans la dernière étape du Dauphiné Libéré, un ‘’antipasto’’ pour le Tour de France. Un peu avant le départ, à la porte du bus de la fameuse équipe Team BMC, se trouve un frioulan Alessandro DE MARCHI, surnommé « Rosso di Buja ».
Notre envoyé spécial du Fogolar Furlan de Lyon et de Friuli nel Mondo, se rapproche d’Alessandro en parlant italien, l’accueil est assez froid, mais tout change quand les questions sont en frioulan … et maintenant tout en frioulan !

WM « Alessandro, per Friuli nel Mondo. Cemût stino »
ADM « Ei la, un furlan, si, dût va ben cun le suqadre e vin ma mae gialle, sperin che vadi in devant cusi »
WM « Per chei che non ti connosin ben, spiégé chui setu ? »
ADM « O sui di Buje, o viv a Buje, o ai comiciat a là in bici con AC Bujese, o ai garegiat nel ANDRONI Giocatoli, dopo con la CANONDALE, e cumo o soi nel TEAM BMC, squadra internazional, la sede e ie in svissare. »
WM «Quant tu ses in gare al estero, iu sintis, iu viodistu i Furlans ? »
ADM « Ma si, ce tanj furlans al estero, non an dismenteat le lor origine, pardû, in Francia, in Belgio, une di nela Liegi, quant ch o eri in fughe, e chal ere un fred di chéi, al neveave, e li, un dai nestris, ti alce le bandiere blue con le aquilè gialle, ti scialde il cur sa tu »

Liège – Supporter avec le drapeau du Friûl

WM « e il ricordo piu lontan ? »
ADM « In Australie, anje li, anzi un di Bujé, prime dal via mi a dite, ho soi anje io un to compaesan, int che vivin lontan dal Friul, e son orgolios di diti che son Furlans, par di le veretat, o hai la fortune di ve tifos pardut el mond »
WM « Con dutes les gares che tu as fat, qualle ti a dat il piu di emmozion »
ADM « Quant che tu stas ben et che tu fasis bielle firuré e son dutes bielles, ma il Tour de France e special, il Top verament, un altra dimenzion »
WM « e si, e nel 2014, tu as vut il premio del piu combativo »
ADM « Dio, ce biel ricordo di iessi li, sul palco dei Champs Elysée a Parigi…. »

Prix du plus combatif sur les Champs Elysées

WM « Tu che tu ses un scalador, quale ise les salidés che ti plasin »
ADM « Les salides viers Nimis, Ramamdûl, sa tu, a chal è il bon vin »
WM « Il Zoncolan ? »
ADM « Masse dur, e masse lontan par un alenament »
WM « Une peraulè par i furlans dal mont »
ADM « Mandi di cûr a duj i furlans dal estero, continuait a fa il tifo par no »
WM « Aves savut, iar sere, tu podivis vigni a cjase manja il frico, ce ti variesal dite il to diretor sportiv »
ADM con un grande soriso « Ah, cun le gare dificile che vin vuè e cul cjâlt, nol sares stât content…. Ma dato che doman no vin nujè di sicur che sta sere ho manji il Frico …….»
WM « Ti vedin al prossim Tour de France ? »
ADM « Spérin, al e niè di sigur »
ADM « Ti lassi, e ie le pertenze, si viodin a Bujé »
WM « Bevarin un taj al Bar « Non solo vino » in place »
ADM « Si, ma di chel bon ….. »

Nota : Notre reporter a quelques difficultés pour écrire en furlan mais cela reste compréhensible !!

Alessandro nous demande de soutenir nos sportifs frioulans de partout dans le monde.
Sa maxime sur Twiter est : « un uomo senza la sua terra è un uomo senza cuore » (un homme sans sa terre est un homme sans cœur).

Hommage à Madame Catherine Del Medico / Ponis

Ce texte s’adresse surtout aux frioulans, mais ‘’l’Histoire’’ concerne tout le monde.

Vendredi 2 juin nous avons accompagné à sa dernière demeure notre amie Catherine Ponis, née Del Medico … je n’ai pas pu prononcer d’éloge funèbre en l’église … mais comme président des Frioulans de Lyon je ne peux laisser partir madame Ponis sans un mot … vous savez … derrière l’écran c’est mieux … l’émotion ne se voit pas … et ce que j’écris, reste compréhensible …

Catherine avait 91 ans, elle était la maman de Jean-Pierre et Franck membres de l’association depuis les origines, et quelque part c’était notre maman à tous …

J’ai très peu parlé avec elle mais le peu qu’elle m’avait raconté m’avait déjà ému.

Elle était née en 1926 à Tarcento la ‘’perle du Frioul’’ … la perle … c’est pour le riches … car en 1933/34 le papa de Catherine décède, sa maman désormais veuve, ne peut rester en famille, elles représentent des bouches à nourrir improductives … quoi faire? A l’époque la coutume était que les frères du défunt prennent en charge la veuve et les orphelins … ce fut le cas.

Cjaldîr – Récipient en cuivre utilisé pour transporter l’eau potable.

Elles préparèrent leur balluchon, avec l’héritage … deux ‘’cjaldîrs’’, sorte de seaux en cuivre typiques du Frioul, parfois finement décorés, généralement ils étaient pendus au dessus de la pierre d’évier et contenaient l’eau potable qu’on avait puisé au puits … bref … un bien précieux … en route vers la France … la France profonde, la Corrèze!

Vous imaginez la jeune veuve avec la petite Catherine, en route, vers un beau-frère qu’elle ne connaissait pas, ouvrier agricole dans une ferme isolée aux environs d’Egletons … c’était aux environs de Noël, à la gare d’Egletons le véhicule-taxi, c’était le tombereau de la ferme … pas une calèche, ou une charrette … le tombereau!

La salle commune de la ferme, pièce sombre, le sol en terre battue, une cheminée où les flammes rougeoient … mamy Catherine m’a raconté cela, elle avait été marquée par cette arrivée au moyen-âge, à Tarcento l’eau était sur l’évier et les sols carrelés … mais en France … elle mangera à sa faim.

Le doux soleil de la France, va réchauffer la vie de Catherine, l’école est loin, l’hiver, à pieds par mauvais temps, elle souffre, mais ça forge le caractère … elle en avait.

L’été, depuis Lyon des ‘’paÿs’’ viennent en moto rendre visite à Egletons … parmi eux monsieur Ponis, le cordonnier de Lyon, et la vie changera.

C’est assez extraordinaire … Catherine parlait le frioulan, à la ferme on parlait frioulan … elle ne l’a jamais oublié, ses racines ‘’très amères’’, sont restées vivantes et elles ont même refleuri, lorsque après le tremblement de terre elle a pu obtenir un pied à terre a Tarcento, au Frioul, c’est la part d’héritage de son père, qui lui a donné droit à quelques m2 pour passer des vacances sur la terre du Frioul … la ferme, la misère, les bouches inutiles, oubliées … et il vaut mieux!

Madame Ponis au centre, au banquet du 15ème anniversaire du Fogolar Furlan à Chamonix

Restent ‘’i cjaldîrs’’ en cuivre avec leur histoire … s’ils pouvaient parler, ils pourraient nous raconter, la vie tourmentée de ces familles parties du Frioul … pour manger à sa faim.
Avec mamy Catherine c’est tout un pan de notre histoire qui s’en va, qu’on efface … c’est l’histoire du Frioul en France … mais Jean-Pierre et Franck garderont i cjaldîrs, on les regardera et on se souviendra de Catherine …

Mandi Catinute … di sigûr to none di Tarcint ti clamave cussi … Catinut …. va su in paradîs i furlans ti spjetin!

Danilo VEZZIO

Rencontre avec Flavio VIDONI – Le Frioul et ses poètes – 27 avril 2017

Le 27 avril, Flavio VIDONI est venu saluer les Frioulans de Lyon après avoir fait une conférence sur les poètes frioulans au Luxembourg.
Il nous a fait des lectures de textes de poètes frioulans surtout de Celso Cescutti originaire de la ville de Flaibano.
Ces poèmes rappellent la vie des gens du Frioul ainsi que la nature et les saisons de cette belle région.
Les questions / réponses ont surtout porté sur la langue Frioulane ‘’marilenghe’’ (langue maternelle), son enseignement, les différentes prononciations, …
Flavio VIDONI est un expert qui nous a impressionné. Il a, par exemple, appris l’espagnol pour partir enseigner le frioulan en diverses villes d’Amérique du sud, en particulier à Colonia Caroya ville d’Argentine fondée par des frioulans en 1878 où les employés municipaux doivent parler le frioulan !
Les discussions se sont poursuivies autour d’un verre de Prosecco accompagné de frico et polenta (spécialités frioulanes). La ‘’chanson / brindisi’’ qui caractérise les rencontres de la Maison de Italiens, a été chantée plusieurs fois. A la fin de la soirée, une chorale improvisée a entonné des vieilles chansons traditionnelles italiennes.
Les personnes présentes ont vécu une belle soirée empreinte de la culture frioulane.

Qui est Flavio VIDONI ?

Diplômé en Langues et Littératures étrangères, journaliste depuis 1963, retraité depuis 2009. Pendant sa carrière il a réalisé plusieurs reportages sur le monde des émigrants frioulans de toute l’Europe, du Canada, des États-Unis, d’Argentine et d’Australie. Son activité d’éditoriale a été strictement liée à cette “spécialisation”.

  • En 2004 il a été éditeur du livre de poèmes et nouvelles “Bon dì Friûl” (Bonjour Frioul) de Guerrino Floreani (émigrant frioulan en Chicago).
  • En 2007 il a écrit le livre “Ai confini del mondo” (Aux frontières du monde) sur l’émigration des frioulans en Australie.
    En 2012 il écrit le livre “La vuere dai fruts” (La guerre des enfants), souvenirs de la guerre 1940-45 par des témoins qui à cette époque-là étaient enfants.
  • En 2015 il a été éditeur du livre de nouvelles “La storie di Leo e altris storiis” (L’histoire de Leo et autres nouvelles) de Iginio Macasso (émigrant frioulan en Canada).
  • En 2016 il écrit le livre anthologie “Robis di fruts” (Choses d’enfants) de Celso Cescutti, poète de Flaibano.
  • En outre, il a écrit en espagnol “Don Juan B.V. Mitri el Pionero del Cooperativismo en Sunchales – Historia pequeña de un hombre grande” (Ms. Juan B.V. Mitri, le pionnier du coopératisme en Sunchales – Petite histoire d’un homme grand) biographie d’un grand fils du Frioul, publié en Argentine. Il a traduit de l’espagnol en italien le livre de poèmes “Stalactitas y Soles” de la poète argentine Gabriela Fabiana Rivero (2015) et de l’espagnol en frioulan le roman “El Camino” de Miguel Delibes.

Depuis le 2014 il donne des cours de Langue et Culture frioulanes en Argentine et en Frioul.

Le mot de notre président du Fogolar Furlan de Lyon – Danilo VEZZIO

Leggendo le pagine di Vidoni, realizziamo quanto deve essere stato difficile lasciare l’Italia e iniziare un nuovo lavoro in Sud Australia (spesso come operaio non qualificato o come bracciante), dovendo tra l’altro fronteggiare episodi di xenofobia. Sarebbe auspicabile anche a Lione la creazione di un piccolo museo della comunità italiana con un’annessa biblioteca, per raccogliere in un unico luogo le testimonianze di un passato che non possiamo e non dobbiamo ignorare; un passato che è comune ai migranti da tutte le regioni d’Italia, e che quindi non andrebbe « spezzettato » in piccole mostre locali presso i singoli club regionali. Al contrario: ogni club potrebbe dare il suo prezioso contributo ad un progetto unitario.

Festa Natalizia 2016 – Fogolar Furlan de Lyon

Comme toute les années les membres du Fogolar Furlan de Lyon et tous les nombreux sympathisants se sont réunis le dimanche 4 décembre pour le repas de Noël. Cela faisait chaud au cœur d’entendre parler Furlan et d’évoquer les ‘’aventures’’ des anciens et surtout de ceux manquant à l’appel aujourd’hui.
Cette année il n’y avait pas le traditionnel fogolar (cheminée) devant la fresque du ‘’Cjiscjel di Udin’’ Château de Udine car la participation était trop nombreuse (plus de 150 personnes).
Le Prosecco et le Spritz coulaient à flots au bar servis par Jean-Pierre, Giancarlo et Remy.

Fogolar Furlan – Nadal 2016 – Bar

Le menu traditionnel toujours concocté avec soin par notre ami Bruno a été apprécié de tous.
– Kir dell’amicizia in aperitivo
– Foie gras con il suo bicchiere di Muscat
– Lasagne alla casalinga
– Arrosto alla friulana con contorno
– Formaggio dal Friuli di Nereo Comoretto Casele
– Dessert (panettone e mandarini)
– Caffé benedetto con la grappa (sempre di contrabbando !)

Pendant le repas le Président Danilo Vezzio nous a informé des dernières nouvelles et des activités du Fogolar Furlan de Lyon et de la Maison des Italiens : Fête de l’Europe, Fête des Associations de Lyon 3ème, Fête des langues, Cérémonie aux monuments aux morts Italiens, présentation du livre Lyon l’Italienne, … Danilo nous a raconté l’histoire de certaines familles frioulanes, qui étaient présentes, avec comme toujours beaucoup d’anecdotes.

Fogolar Furlan – Nadal 2016 – Repas

Les amateurs de danse ont apprécié notre fidèle chanteur / musicien Falchi. Cette année notre ténor privé Giancarlo Comoretto (qui est en meilleur santé) a pu nous faire chanter les traditionnelles chansons populaires frioulanes et italiennes. Sans oublier la chanson emblématique du Brindisi de la Maison des Italiens ‘’A la salute … ’’ qui a été chantée plusieurs fois un verre à la main. Le brindisi ‘’A la salute ‘’ est la signature de la Maison des Italiens qui marque toutes les réceptions où elle participe, elle est maintenant connue par tout Lyon (même des élus la chantent !).

Fogolar Furlan – Nadal 2016 – Danseurs

L’après-midi c’est terminé avec une tombola et la remise des prix faite par Danilo : magnifiques lots (en or massif, cristal de Bohème, … !!!)

Fogolar Furlan – Nadal 2016 – Nos chanteurs

Nous vous attendons pour la Festa dei Crostoli le 12 février 2017 (Fête des Bugnes).

Décès de Padre Giambattista CODUTTI

Le 27 juillet 2016 une page importante de l’histoire de la communauté italienne, et frioulane, de Rhône Alpes a été tournée avec le décès du Père Missionnaire Giambattista Codutti, responsable de la Mission Catholique Italienne de Chambéry. Don Giambattista Codutti fait partie du patrimoine des émigrés italiens de Lyon (comme la Maison des Italiens !). Il était resté auprès de nous à Lyon pendant une trentaine d’années jusqu’en 1995 mais il était toujours disponible pour nous.

P coduttiSes 50 années de sacerdoce avaient été célébrées le 15 juin 2016 en la cathédrale de Chambéry avec tous ses amis lyonnais.

Pour se souvenir de Don Giambattista Codutti, vous trouverez ci-dessous différents textes écrits pour son 50ème anniversaire de sacerdoce et pour ses funérailles.

Texte de Père Giambattista Codutti, le 15 juin 2016

Carissimi tutti voi …

Il consiglio Pastorale della Missione ha voluto ricordare e festeggiare il 50 mo Anniversario di Sacerdozio: io vorrei ringraziare calorosamente tutti coloro che si sono impegnati per questa festa come tutta la comunità della Missione che partecipa a questa riccorenza.

Il mio percorso ha cominciato a Brazzacco (MORUZZO) il 14 maggio 1934. Ultimo di 9 figli da Papà Eligio e mamma Irene ho vissuto i primi anni in una famiglia unita e molto credente, cio che ha permesso, con la grazia del Signore lo sbocciare della mia vocazione. Uno Zio, fratello del Papà, prete della Diocesi di Udine e poi Missionario mi ha anche aiutato nel mio percorso…

A 14 anni sono stato per tre anni nel seminario della Diocesi di Udine. Il Vicario della parrocchia Don Fasso GB, che aveva un fratello missionario in Brasile mi ha portato dai Salesiani a Penango Monferrato (ASTI) nel 1951 in un Istituto Missionario per il ginnasio.

Ho fatto il noviziato dai Salesiani a Villa Moglia (Chieri) Torino nei 1953¬54. Nel dicembre 1954 sono partito in Venezuela con tre compagni a Caracas dove per tre anni ho frequentato lo studentato di Filosofia passando la maturità, e il diploma di Maestro e là ho insegnato per tre anni .

Nel 1960 sono venuto in Francia a Lione con una borsa di studio del Governo Francese per la Teologia nello Studentato Internazionale Salesiano a Fontanières Lione.

Nel 1964 dopo quattro anni di Teologia il 21 Marzo sono stato ordinato Sacerdote a Fourvières con altri 21 salesiani. dal Card. Villot che poi e diventato segretario di Stato del Papa Paolo II.

La prima Santa Messa l’ho celebrata a Santa Margherita mia Pieve di origine attorniato dai genitori fratelli sorelle e parenti e tutta la comunità parrocchiale alla quale mi sono sentito sempre molto legato, il giorno di PASQUA nel aprile del 1964. Mio papà è morto nel maggio dello stesso anno ma ha avuto la gioia di partecipare con tutta la famiglia a questa Festa.

Tornato in Francia per proseguire gli studi in vista anche di un ritorno in Venezuela ho chiesto un po di tempo per perfezionare gli studi in vista di una licenza in Teologia e per rimanere ancora un po di tempo con la famiglia dopo la morte del Papà.

In seguito ho vissuto tutti gli anni succesivi a Lione a l’Institution Notre Dame des Minimes facendo la Catechesi e l’Italiano nel Liceo des Minimes…

Per tre anni sono stato poi Aumonier del Liceo Branly con un confratello Salesiano P. Bruno De Nadallac. Di ritorno aux Minimes ho continuato la catechesi e l’insegnamento e in più mi e stata proposta l’Aumonerie del CENTRE DES MASSUES specializzato in Cifosi e Scoliosi, dove in quel tempo venivano molti Italiani per curarsi.

La Domenica e quando mi era possibile aiutavo alla Missione Cattolica di Lione tenuta dai Padri Scalabriniani coi quali mi sono legato di amicizia e ho sempre collaborato volentieri.

Dopo il mio 25° di Sacerdozio con altri confratelli Salesiani di Lione ho avuto la gioia di incontrare e celebrare la S. Messa nella cappella privata del Papa Giovanni Paolo II. Per me e per i confratelli é stata una sorpresa di cui conservo un profondo e sentito ricordo.

Nel 1995 in settembre la partenza dei Padri Scalabriniani dalla Missione di Chambery e la richiesta del Vescovo di allora Mgr Feidt ai superiori a Roma di un sacerdote Salesiano ha fatto si che il Provinciale della Francia Sud di allora mi proponesse di venire alla Missione di Chambery.
Mi trovo dunque a Chambery dal 15 dicembre 1995 dopo essermi presentato e dopo la lettera dell’Arcivescovo che scriveva dicendomi che mi, « aspettava le braccia aperte » .

Ho trovato qui una bella struttura che l’Associazione Schiapparelli ASMI della quale é presidente l’Ing.Saglietto Maurizio, a cui vorrei esprimere a nome della Comunità e a nome mio la riconoscenza per questa possibilità di locali funzionali situati in pieno centro città a servizio degli Italiani per una Missione religiosa e culturale.

In questi dodici anni fino adesso sono passati tanti Avvenimenti tristi e lieti che possiamo difficilmente riassumere, ma che abbiamo cercato di portarli insieme…Per cio che mi riguarda io ho fatto del mio meglio per essere a servizio della Missione e della Diocesi,’anche e sicuramente coi miei limiti …

Vorrei che questo Anniversario della mia ordinazione Sacerdotale, che il Consiglio Pastorale ha voluto ricordare e celebrare fosse un tempo per ringraziare iI Signore per i benefici ricevuti in questi anni di attività pastorale sperando di essere ancora un po possibilmente a servizio del Signore e della Comunità.

Grazie a tutti voi e che il Signore ci conservi e ci benedica … Vostro Don Codutti Giov. Battista

 

Texte de Danilo Vezzio, le 15 juin 2016

50 anni di sacerdozio al servizio degli emigranti italiani !

Il 15 giugno Padre Giambattista Codutti celebrerà a Chambéry il suo giubileo, gli italiani di Lione faranno ‘’un pellegrinaggio’’, non c’é un’indulgenza plenaria, ma mostreremo comunque il nostro affetto e riconoscenza ad un uomo, ad un prete, ad un missionario che ha consacrato la sua vita agli emigranti.

Don Codutti é nato 80anni fa ai piedi del castello dei Savorgnan, tutti conoscono in Francia Pierre Savorgnan di Brazza’, colui che alla fine del 1800, aveva conquistato il Congo senza sparare un colpo di fucile, Brazzà é il nome in friulano di Brazzacco , dov’é nato don Codutti.

Come il Pierre Savorgnan, anche don Codutti é un esploratore, ma di anime, non in Congo, ma comunque in terra di missione nel mondo dell’emigrazione.

Scrivo queste linee di memoria senza ricerche approfondite, Don Codutti dopo un breve periodo in America Latina, sbarco’ a Lione, erano gli anni 60, alla la fine della grande emigrazione italiana del dopoguerra, la massa di italiani allo sbaraglio era enorme … lavoratori, la cui miseria economica si stava riducendo rapidamente mentre la miseria morale aumentava altrettanto rapidamente, quasi abbandonati da tutti …’’rital’’ in Francia, ‘’francesi’’ in Italia …

Degli uomini-preti ci hanno portato quella piccola luce, che ci faceva sentire meno ‘’bestie da soma’’ e più uomini con corpo e anima … don Codutti era presente accanto ad altri preti ‘’buoni’’ … citiamone alcuni … padre Enrico Larcher, padre Rino Gnesotto, don Camillo … e tanti altri.

Come non ricordare i nostri luoghi comuni con don Codutti … seminario rue de Fontanières, missione cattolica a Lione … sulla place Tolozan, al sesto piano a piedi … un’ascensione al cielo ! La cappella della rue du Dr. Dolard ora gestita dai padri Armeni … non siamo stati capaci di difenderla e conservarla, l’institution Notre Dame des Minimes dove insegnava spagnolo, italiano … ma che deve lasciare più o meno spinto fuori, ed arriva nel 1993 alla Missione Cattolica Italiana di Chambéry, nell’oscuro centro storico della città, un’antico convento, un labirinto medioevale, difficile da gestire … si ritrova solo, tutto da rifare, ricostruire una ‘’parrocchia’’ mantenere una fiamma, luce, calore … Fede, Speranza, Carità … no non sono le figlie di Maradona ! Sono virtù teologali di cui Don Codutti é portatore.

Si tratta di un prete-uomo-emigrante come me, come noi … un salesiano, un costruttore, un esempio di modestia, di povertà francescana … se fosse stato un semplice uomo-emigrante sarebbe probabilmente ricco, ma é prete-emigrante e la sua missione di Chambéry, non ha piscina, né club-house, ma ogni anno ha un presepio all’antica, ‘’fatto a mano’’ con l’acqua che corre, con le luci che si accendono in ogni angolo, ed un ‘’povero Cristo di Bimbo’’ nella greppia che ti apre le braccia….apriamole anche noi a Padre Codutti … una vita accanto a noi per sentirsi semplicemente uomini di rispetto !

Buon giubileo Padre Codutti ! … ad multos annos … la strada non é finita, camminiamo insieme non siamo mai soli!

Texte de Danilo Vezzio, le 1er août 2016

Français

Funerale P CoduttiEncore une page importante de la communauté italienne, et  frioulane, de Rhône Alpes a été  tournée.

C’est la fin d’une époque, celle de l’émigration Italienne … il n’y a plus de mission catholique italienne à Lyon, et celle de Chambéry va probablement disparaître avec le père Codutti … l’histoire déroule ainsi son rouleau compresseur.

En deux semaines notre communauté aura perdu deux piliers importants, deux missionnaires Suor Anna D’Angela en Haiti, et le père Codutti à Chambéry, tout deux salésiens, mais ils nous ont appris à être forts, et à continuer tant qu’il y a souffle de vie … P. Codutti  nous l’a montré.

Laissez-nous, adresser quelques mots, à notre ami, à notre frère, c’était une personne qui tenait une grande place, dans notre famille, impossible de le laisser  partir sans un mot, nous allons nous exprimer dans ses 4 langues : français, italien, frioulan et aussi quelque mot en latin, il est vrai, notre cœur parle dans sa langue maternelle, le frioulan, qui nous vient du fond des âges, il fait partie de nos racines communes, qui sont profondes et nous ont attaché pour toujours, dans la vie et dans la mort …avec Père Codutti on s’est toujours parlé en frioulan et on ne changera pas.

Impossible de faire un résumé de sa vie, et chaque fois, je répète la même phrase : il n’y a que ceux qui ont vécu le même cheminement, qui peuvent comprendre, ceux qui ont souffert du même déracinement, de la même déchirure, qui ne se ferme jamais, et qui est celle de quitter le village où on est né, même P. Codutti fait partie de ceux, qui ont dû partir … mais il y retournera, pour toujours.

P. Codutti était né au pied du château de Brazza, celui de Pierre Savorgnan de Brazza, celui de Brazzaville, que tout le monde connait, le nom vient de là, du village de Brazzacco, Brazza en frioulan, c’est dans les collines verdoyantes du Frioul, à 150 km au nord de Venise.

Ce serait trop long raconter sa vie, rappelons qu’à seulement 20 ans, avant d’arriver en France, il était déjà à Caracas au Venezuela, où il a vu la misère des campesinhos …

Il était un salésien, un prêtre, un missionnaire,un enseignant, un homme qui doit savoir tout faire, et qui était donc indispensable à tous, il l’aura été toute sa vie … mais il ne le savait pas..

Il est arrivé en France en 1960, moi en 1963 … j’étais un immigré paumé, qui ne parlait pas la langue, perdu dans un monde nouveau sans repères familiers … sa rencontre et sa présence dans ma vie et celle d’un grand nombre de paumés comme moi, aura été un fait marquant … mais il ne le savait pas …

La vie d’un prêtre comme P. Codutti  ne se raconte pas, c’est un long chemin de solitude, de prières, de renoncements, de souffrances et aussi, parfois, des joies, lorsque les hommes manifestent leur gratitude … mais comme il me disait : la pratique religieuse n’est plus à la mode, la Foi elle sert beaucoup quand on a faim … plus personne n’a faim alors la foi et les curés c’est oublié ! … Mais non P. Codutti !  On est là pour toi, pour l’homme, pour l’ami, pour le salésien, et pour le prêtre … tu ne le savais pas, alors on va te le dire même en frioulan !

Furlan

Mandi Gianni, mandi Tite, mandi padre Codutti !

Ognun lu clamave a mût so!

E cumo’… o scugnin fa cence di te … il mont no si ferme, al po’ là indenant, ma in ogni mût nol sarà pluj chel …

Padre Codutti i furlans di Lion, a son dongje di te, o vin fat un toc di strade insieme, o sin vignûs a saludati … ancjemo’ une volte, il gjâl a l’a cjantât, e ti tocje là, pal l’ultin viac’, tu saludaras duc’ lassu’ cuanche tu rivis, tu disarâs che non vin dismenteât nissun … a son duc’ ch’a ti spjetin.

Tu as lassât Brazzà, ancje tu ?  libar … di scugni là, partît, no par fati alc, come che si diseve une volte, ma par une vocazion di missionari e tu, ben planc  tu as fat une vorone, l’umanitât a jêre il to cantîr, la capelle il to laboratori, come il presepio, cu l’aghe che cor e la lûs  ch’a si stude cuanche al va a mont il soreli …

P codutti carteSi, e jé vere, ogni tant, raramentri, si beveve un taj, si faseve une partide di cjartes, ma plui che da fûr cjartes, tu as dât fûr amicizie; fraternitât, l’amor di Crist a duc’!

Noatris furlans, o sin testemonis, che tu, tu as fat onôr al Friûl e a l’Italie, o sin braurôs de to vite, fate di umiltât, di modestie, di caritât … un missionari di chej vêrs, come no si cjatin pluj … la machine a jé rote  ancje in Friûl.

Tu partisis, ma ce che tu as fat, al reste di esempli, tu as fat in mût che la Mission, a deventi une parocchie o provarin a mandale indenant …

Viôt mo’ Don Codutti, tu sâs che i furlans no fasin la predicje lungje, ma lassimi fevelà … e cheste volte, cun rispiet, ti disin ch’o sin testemonis, che tu ses stât pal mont cu i emigranz e che tu as fat il bon pastor, il bon predi, tu as vuadagnat il rispiet di duc’, e tu partisis cul cjâf alt, o sin testemonis, pa la Glesie, pal Friul, e ancje par chei di Brazza o di Sante Margarite, Don Codutti a l’é stât un brâf missionari! E no an di smenteà il lôr compaesan!

Une volte il plevan in Friul, al usave di’ un de  »profundis » in latin, chêl ch’al scomenze par :  »de profundis clamavi a te Domine, Domine exaudi vocem meam … » e vie indenant che nissun capive pluj nuie, e jé la pluij biele preiere pai muarz, par te le vin voltade un tocut in furlan:
Signôr, ti clami dai fons li ch’o mi cjati, Signôr, scolte la me vôs, slungje la tô orêle, par scoltà la vôs de mê preiere, se tu tegnis cont, nome des tristerîs, Signôr, cui podarâl, portale fûr?

Chest a l’é il scomenzà dal De profundis in furlan, e vie indenant fin ‘’al requiescant in pace, amen’’… duâr in pâs Don Codutti ! Il Signor a l’é dongje di te!

Mandi Padre Codutti i furlans di Lion no ti smentearan … Mandi!

Italiano

Mi sembra doveroso esprimere, anche due parole in italiano, forse é possibile riassumere la tua vita solo con due parole, la modestia e l’umiltà. Sei  é stato un missionario, un pastore che si é messo all’altezza del suo gregge …

Come vedi tutti gli italiani sono accanto a te, abbiamo fatto un pezzo di strada assieme, e siamo venuti a salutarti, parti per l’ultimo viaggio, noi rimaniamo sulla panchina, tu va avanti come lo hai sempre fatto.

P. Codutti sei della famiglia, e ti possiamo parlare francamente, hai fatto onore alla tua gente, al tuo Paese, alla tua Fede, te ne ringraziamo, e non lo dimenticheremo, sei stato di esempio e lo seguiremo!

Fogolars Furlans e apocalisse di Verdun !

Alpini, bersaglieri con bandiera italiana Fogolars Furlans e apocalisse di Verdun ! é cosa banale in Italia … ma in commemorazioni ufficiali francesi in centro città di Lione é cosa più rara.

Su queste foto scattate il 29 maggio, vediamo membri del Fogolâr che assumono il ruolo di alfieri per l’Italia e sono ora conosciuti come italiani ma anche, e sopratutto come friulani.

Erano presenti alla commemorazione, di livello nazionale francese, della battaglia di Verdun nel 1917, il centenario quindi! Questa battaglia é stata una vera e propria apocalisse, 300 giorni e notti di bombardamenti, 300.000 morti, 60 milioni di bombe, obici, bombarde, su una linea di fronte come Tricesimo-Udine, vale a dire una bomba ogni 30cm!

L’apocalisse di Verdun … dove l’umano, l’animale, vegetale, minerale é stato dilaniato, macinato, rivoltato, strappato, sradicato, esploso, polverizzato…

A Douaumont … il Redipuglia francese, le ossa di 130.000 soldati sono ammucchiate e visibili attraverso le finestre ….. una piccola idea del massacro, l’orrore integrale.

Ma cosa c’entra il Friuli con l’apocalisse di Verdun? C’erano anche i nostri! Adirittura 130.000 soldati italiani più le truppe ausiliarie, terrazzieri per le trincee, le strade, ci sono stati 9000 morti italiani in terra di Francia, più 6000 feriti!

Commémoration franco-italienne du 31 novembre 2015
Monumento degli Italiani al cimitero di Lione

C’é un cimitero italiano a Lione, di cui il Fogolar ha cura, si tratta di soldati feriti, gassati, sul fronte di Verdun e venuti a morire negli ospedali di Lione, in sofferenze indicibili … sputando i polmoni sanguinolenti millimetro per millimetro, curati con la camomilla e le ave maria delle suore … molti non parlavano neppure l’italiano, ancora meno il francese, e comunque non avevano fiato per parlare … erano carne da cannone, macinata fine fine dalle mitraglie tedesche … le famigerate MG08 capaci di 800 colpi al minuto.

Friulani alla commemorazione del 29 maggio alla ''Borne de Verdun''
Friulani alla commemorazione del 29 maggio alla  »Borne de Verdun »

A questa cerimonia su una piazza del centro di Lione, 50 bandiere di cui 3 ‘’italo-friulane’’ discendenti di combattenti italiani Infatti Remy Valotto( Codroipo) Nello Giacomini (Beano) Franco Toniutti (Muris di Ragogna) hanno conservato il cappello del nonno, del padre, ed hanno anche conservato il rispetto delle radici e della Memoria.

All’ingresso del cimitero austro-ungarico di Fogliano-Redipuglia una frase terribile: Im leben und im Tode vereint ( Uniti nella vita e nella morte) il Fogolâr Furlan di Lione ne allarga il significato: ‘’rimaniamo uniti dalla morte dei nostri soldati’’ !

Un Fogolâr serve anche a questo: unire, nel rispetto dei valori che ‘’ i nestris vons nus an insegnât!’’

Un bjel mandi di Lion!

D. Vezzio – (Articolo per il « Messaggero »)

Lyon l’Italienne est-elle devenue Frioulane ?

Lione Italiana é forse diventata Friulana?

Per il 3 aprile festa della Patrie del Friûl sono state numerose a Lione e periferia le manifestazioni in relazione con la Patrie.
Grande festa il venerdi 1 aprile a Chasselay gemellato con il comune di Rive d’Arcano a dieci anni dal giuramento fu ricordata la nascita del Friuli.

Stand vin frioulan - Caluire 2016
Stand vin frioulan – Caluire 2016

Il 3 di aprile stessa cosa a Caluire sotto un tendone da 1800 posti, allo stand affollato di un vitivinicoltore di Precenicco, con in mano un Tajut di tocaj o di verduzzo friulano si inneggio’ a Sigeardo ed al Patriarcato di Aquileia….alla salute dei nostri Padri fondatori 939 anni fa!
Pure Il 3 di aprile a St Cyr au Mont d’Or un concerto con il coro che canta in Friulano e cantanti che riprendono Gigi Maieron in lingua friulana si ricordo’ che la Patria é nata quel giorno ma nove secoli prima! E giù un’altro Tajut!
Forse lo happening più importante é la mostra su Pier Paolo Pasolini alla Biblioteca Municipale di Lione, mostra aperta al pubblico dal 29 marzo al 10 agosto 2016, che é stata inaugurata ufficialmente il 5 aprile, anche qui la data del 3 aprile 1077 é stata rievocata.

Exposition Pasolini - Lyon 2016
Exposition Pasolini – Lyon 2016

La Patria del Friuli é la patria del friulano forse più celebre al mondo, la cui mostra é stata intitolata ‘’Pasolini una vita violenta’’ avremmo dovuto aggiungere ‘’come il Friuli’’.
Come non ricordare il francese Beato Bertrando ammazzato nella piana della Richinvelda a qualche km da Casarsa dove Pasolini é sepolto, pure lui é stato ammazzato, il primo ci lascia l’aquila della bandiera del Friuli, quella che era cucita sulla sua veste, il secondo ci lascia, tra mille cose, ‘’la meglio gioventù’’ poesie in friulano che sono per noi un’altra bandiera del Friuli.
3 aprile 1077 nasce un popolo, una Patria e se ne parla nel mondo, ne parliamo adirittura in friulano :

Forèst, al me dols svualà par il plan, no ciapà pòura: jo i soj un spirt di amòur che al so país al torna di lontan …
(Straniero, al mio dolce volo per il piano, non aver paura: io sono uno spirito d’amore, che al suo paese torna di lontano … )

Friuli terra di scontri e di incontri, Pasolini …tu sei come il Friuli! E tutto questo vale più di un Tajut!

A cura di Danilo Vezzio

Lyon l’Italienne est-elle devenue Frioulane ?

Le 3 avril fête de la Patrie du Frioul, il y a eu de nombreuses manifestations à Lyon et dans ses environs concernant notre Patrie.
Grande fête 1 avril à Chasselay jumelé avec la commune de Rive d’Arcano pour célébrer les dix ans du serment de jumelage, il fut rappelé l’anniversaire de naissance du Frioul.
Le 3 d’avril fête également à Caluire sous un chapiteau de 1800 places, au stand bondé d’un viticulteur de Precenicco, un « Tajut de tocaj » ou de « verduzzo friulano » en main pour boire à la gloire de Sigeardo et du Patriarche d’Aquileia….à la santé de nos Pères fondateurs il y a 939 ans !
Le 3 d’avril toujours à St Cyr au Mont d’Or un concert avec le chœur qui chante en Frioulan et les chanteurs qui reprennent Gigi Maieron en langue frioulane, il fut également rappelé que notre Patrie était née ce même jour mais neuf siècles plus tôt ! Et encore un autre « Tajut » !
Peut-être le fait le plus important est l’exposition sur Pier Paolo Pasolini à la Bibliothèque Municipale de Lyon, à l’inauguration officielle le 5 avril la date de 3 avril est évoquée. Cette exposition est ouverte au public du 29 mars au 10 août 2016.
La Patrie du Frioul est aussi la patrie du frioulan peut-être le plus célèbre au monde, et à l’intitulé de cette exposition « Pasolini une vie violente » nous pourrions ajouter « comme le Friûl ».
Comment ne pas rappeler le bienheureux Bertrand, tué dans la plaine du Richinvelda à quelques kms de Casarsa où Pasolini est enterré, lui aussi a été tué, le premier laisse l’aigle du drapeau du Frioul, celle qui était cousue sur sa chasuble, la second nous laisse, entre mille choses, « la meglio gioventù » poésies en frioulan, pour nous un autre drapeau du Frioul.
Le 3 avril 1077 naissait un peuple, une Patrie on en parle dans le monde entier, et aussi en friulan :

Forèst, al me dols svualà par il plan, no ciapà pòura: jo i soj un spirt di amòur che al so país al torna di lontan …
(Etranger, de mon doux vol par la plaine, n’ait pas peur : je ne suis que l’esprit de l’amour qui revient de loin dans son pays …)

Frioul terre de conflits et de rencontres, Pasolini … tu es comme le Frioul ! Et tout cela mérite plus d’un « Tajut » !

Danilo Vezzio