Le 27 juillet 2016 une page importante de l’histoire de la communauté italienne, et frioulane, de Rhône Alpes a été tournée avec le décès du Père Missionnaire Giambattista Codutti, responsable de la Mission Catholique Italienne de Chambéry. Don Giambattista Codutti fait partie du patrimoine des émigrés italiens de Lyon (comme la Maison des Italiens !). Il était resté auprès de nous à Lyon pendant une trentaine d’années jusqu’en 1995 mais il était toujours disponible pour nous.
Ses 50 années de sacerdoce avaient été célébrées le 15 juin 2016 en la cathédrale de Chambéry avec tous ses amis lyonnais.
Pour se souvenir de Don Giambattista Codutti, vous trouverez ci-dessous différents textes écrits pour son 50ème anniversaire de sacerdoce et pour ses funérailles.
Texte de Père Giambattista Codutti, le 15 juin 2016
Carissimi tutti voi …
Il consiglio Pastorale della Missione ha voluto ricordare e festeggiare il 50 mo Anniversario di Sacerdozio: io vorrei ringraziare calorosamente tutti coloro che si sono impegnati per questa festa come tutta la comunità della Missione che partecipa a questa riccorenza.
Il mio percorso ha cominciato a Brazzacco (MORUZZO) il 14 maggio 1934. Ultimo di 9 figli da Papà Eligio e mamma Irene ho vissuto i primi anni in una famiglia unita e molto credente, cio che ha permesso, con la grazia del Signore lo sbocciare della mia vocazione. Uno Zio, fratello del Papà, prete della Diocesi di Udine e poi Missionario mi ha anche aiutato nel mio percorso…
A 14 anni sono stato per tre anni nel seminario della Diocesi di Udine. Il Vicario della parrocchia Don Fasso GB, che aveva un fratello missionario in Brasile mi ha portato dai Salesiani a Penango Monferrato (ASTI) nel 1951 in un Istituto Missionario per il ginnasio.
Ho fatto il noviziato dai Salesiani a Villa Moglia (Chieri) Torino nei 1953¬54. Nel dicembre 1954 sono partito in Venezuela con tre compagni a Caracas dove per tre anni ho frequentato lo studentato di Filosofia passando la maturità, e il diploma di Maestro e là ho insegnato per tre anni .
Nel 1960 sono venuto in Francia a Lione con una borsa di studio del Governo Francese per la Teologia nello Studentato Internazionale Salesiano a Fontanières Lione.
Nel 1964 dopo quattro anni di Teologia il 21 Marzo sono stato ordinato Sacerdote a Fourvières con altri 21 salesiani. dal Card. Villot che poi e diventato segretario di Stato del Papa Paolo II.
La prima Santa Messa l’ho celebrata a Santa Margherita mia Pieve di origine attorniato dai genitori fratelli sorelle e parenti e tutta la comunità parrocchiale alla quale mi sono sentito sempre molto legato, il giorno di PASQUA nel aprile del 1964. Mio papà è morto nel maggio dello stesso anno ma ha avuto la gioia di partecipare con tutta la famiglia a questa Festa.
Tornato in Francia per proseguire gli studi in vista anche di un ritorno in Venezuela ho chiesto un po di tempo per perfezionare gli studi in vista di una licenza in Teologia e per rimanere ancora un po di tempo con la famiglia dopo la morte del Papà.
In seguito ho vissuto tutti gli anni succesivi a Lione a l’Institution Notre Dame des Minimes facendo la Catechesi e l’Italiano nel Liceo des Minimes…
Per tre anni sono stato poi Aumonier del Liceo Branly con un confratello Salesiano P. Bruno De Nadallac. Di ritorno aux Minimes ho continuato la catechesi e l’insegnamento e in più mi e stata proposta l’Aumonerie del CENTRE DES MASSUES specializzato in Cifosi e Scoliosi, dove in quel tempo venivano molti Italiani per curarsi.
La Domenica e quando mi era possibile aiutavo alla Missione Cattolica di Lione tenuta dai Padri Scalabriniani coi quali mi sono legato di amicizia e ho sempre collaborato volentieri.
Dopo il mio 25° di Sacerdozio con altri confratelli Salesiani di Lione ho avuto la gioia di incontrare e celebrare la S. Messa nella cappella privata del Papa Giovanni Paolo II. Per me e per i confratelli é stata una sorpresa di cui conservo un profondo e sentito ricordo.
Nel 1995 in settembre la partenza dei Padri Scalabriniani dalla Missione di Chambery e la richiesta del Vescovo di allora Mgr Feidt ai superiori a Roma di un sacerdote Salesiano ha fatto si che il Provinciale della Francia Sud di allora mi proponesse di venire alla Missione di Chambery.
Mi trovo dunque a Chambery dal 15 dicembre 1995 dopo essermi presentato e dopo la lettera dell’Arcivescovo che scriveva dicendomi che mi, « aspettava le braccia aperte » .Ho trovato qui una bella struttura che l’Associazione Schiapparelli ASMI della quale é presidente l’Ing.Saglietto Maurizio, a cui vorrei esprimere a nome della Comunità e a nome mio la riconoscenza per questa possibilità di locali funzionali situati in pieno centro città a servizio degli Italiani per una Missione religiosa e culturale.
In questi dodici anni fino adesso sono passati tanti Avvenimenti tristi e lieti che possiamo difficilmente riassumere, ma che abbiamo cercato di portarli insieme…Per cio che mi riguarda io ho fatto del mio meglio per essere a servizio della Missione e della Diocesi,’anche e sicuramente coi miei limiti …
Vorrei che questo Anniversario della mia ordinazione Sacerdotale, che il Consiglio Pastorale ha voluto ricordare e celebrare fosse un tempo per ringraziare iI Signore per i benefici ricevuti in questi anni di attività pastorale sperando di essere ancora un po possibilmente a servizio del Signore e della Comunità.
Grazie a tutti voi e che il Signore ci conservi e ci benedica … Vostro Don Codutti Giov. Battista
Texte de Danilo Vezzio, le 15 juin 2016
50 anni di sacerdozio al servizio degli emigranti italiani !
Il 15 giugno Padre Giambattista Codutti celebrerà a Chambéry il suo giubileo, gli italiani di Lione faranno ‘’un pellegrinaggio’’, non c’é un’indulgenza plenaria, ma mostreremo comunque il nostro affetto e riconoscenza ad un uomo, ad un prete, ad un missionario che ha consacrato la sua vita agli emigranti.
Don Codutti é nato 80anni fa ai piedi del castello dei Savorgnan, tutti conoscono in Francia Pierre Savorgnan di Brazza’, colui che alla fine del 1800, aveva conquistato il Congo senza sparare un colpo di fucile, Brazzà é il nome in friulano di Brazzacco , dov’é nato don Codutti.
Come il Pierre Savorgnan, anche don Codutti é un esploratore, ma di anime, non in Congo, ma comunque in terra di missione nel mondo dell’emigrazione.
Scrivo queste linee di memoria senza ricerche approfondite, Don Codutti dopo un breve periodo in America Latina, sbarco’ a Lione, erano gli anni 60, alla la fine della grande emigrazione italiana del dopoguerra, la massa di italiani allo sbaraglio era enorme … lavoratori, la cui miseria economica si stava riducendo rapidamente mentre la miseria morale aumentava altrettanto rapidamente, quasi abbandonati da tutti …’’rital’’ in Francia, ‘’francesi’’ in Italia …
Degli uomini-preti ci hanno portato quella piccola luce, che ci faceva sentire meno ‘’bestie da soma’’ e più uomini con corpo e anima … don Codutti era presente accanto ad altri preti ‘’buoni’’ … citiamone alcuni … padre Enrico Larcher, padre Rino Gnesotto, don Camillo … e tanti altri.
Come non ricordare i nostri luoghi comuni con don Codutti … seminario rue de Fontanières, missione cattolica a Lione … sulla place Tolozan, al sesto piano a piedi … un’ascensione al cielo ! La cappella della rue du Dr. Dolard ora gestita dai padri Armeni … non siamo stati capaci di difenderla e conservarla, l’institution Notre Dame des Minimes dove insegnava spagnolo, italiano … ma che deve lasciare più o meno spinto fuori, ed arriva nel 1993 alla Missione Cattolica Italiana di Chambéry, nell’oscuro centro storico della città, un’antico convento, un labirinto medioevale, difficile da gestire … si ritrova solo, tutto da rifare, ricostruire una ‘’parrocchia’’ mantenere una fiamma, luce, calore … Fede, Speranza, Carità … no non sono le figlie di Maradona ! Sono virtù teologali di cui Don Codutti é portatore.
Si tratta di un prete-uomo-emigrante come me, come noi … un salesiano, un costruttore, un esempio di modestia, di povertà francescana … se fosse stato un semplice uomo-emigrante sarebbe probabilmente ricco, ma é prete-emigrante e la sua missione di Chambéry, non ha piscina, né club-house, ma ogni anno ha un presepio all’antica, ‘’fatto a mano’’ con l’acqua che corre, con le luci che si accendono in ogni angolo, ed un ‘’povero Cristo di Bimbo’’ nella greppia che ti apre le braccia….apriamole anche noi a Padre Codutti … una vita accanto a noi per sentirsi semplicemente uomini di rispetto !
Buon giubileo Padre Codutti ! … ad multos annos … la strada non é finita, camminiamo insieme non siamo mai soli!
Texte de Danilo Vezzio, le 1er août 2016
Français
Encore une page importante de la communauté italienne, et frioulane, de Rhône Alpes a été tournée.
C’est la fin d’une époque, celle de l’émigration Italienne … il n’y a plus de mission catholique italienne à Lyon, et celle de Chambéry va probablement disparaître avec le père Codutti … l’histoire déroule ainsi son rouleau compresseur.
En deux semaines notre communauté aura perdu deux piliers importants, deux missionnaires Suor Anna D’Angela en Haiti, et le père Codutti à Chambéry, tout deux salésiens, mais ils nous ont appris à être forts, et à continuer tant qu’il y a souffle de vie … P. Codutti nous l’a montré.
Laissez-nous, adresser quelques mots, à notre ami, à notre frère, c’était une personne qui tenait une grande place, dans notre famille, impossible de le laisser partir sans un mot, nous allons nous exprimer dans ses 4 langues : français, italien, frioulan et aussi quelque mot en latin, il est vrai, notre cœur parle dans sa langue maternelle, le frioulan, qui nous vient du fond des âges, il fait partie de nos racines communes, qui sont profondes et nous ont attaché pour toujours, dans la vie et dans la mort …avec Père Codutti on s’est toujours parlé en frioulan et on ne changera pas.
Impossible de faire un résumé de sa vie, et chaque fois, je répète la même phrase : il n’y a que ceux qui ont vécu le même cheminement, qui peuvent comprendre, ceux qui ont souffert du même déracinement, de la même déchirure, qui ne se ferme jamais, et qui est celle de quitter le village où on est né, même P. Codutti fait partie de ceux, qui ont dû partir … mais il y retournera, pour toujours.
P. Codutti était né au pied du château de Brazza, celui de Pierre Savorgnan de Brazza, celui de Brazzaville, que tout le monde connait, le nom vient de là, du village de Brazzacco, Brazza en frioulan, c’est dans les collines verdoyantes du Frioul, à 150 km au nord de Venise.
Ce serait trop long raconter sa vie, rappelons qu’à seulement 20 ans, avant d’arriver en France, il était déjà à Caracas au Venezuela, où il a vu la misère des campesinhos …
Il était un salésien, un prêtre, un missionnaire,un enseignant, un homme qui doit savoir tout faire, et qui était donc indispensable à tous, il l’aura été toute sa vie … mais il ne le savait pas..
Il est arrivé en France en 1960, moi en 1963 … j’étais un immigré paumé, qui ne parlait pas la langue, perdu dans un monde nouveau sans repères familiers … sa rencontre et sa présence dans ma vie et celle d’un grand nombre de paumés comme moi, aura été un fait marquant … mais il ne le savait pas …
La vie d’un prêtre comme P. Codutti ne se raconte pas, c’est un long chemin de solitude, de prières, de renoncements, de souffrances et aussi, parfois, des joies, lorsque les hommes manifestent leur gratitude … mais comme il me disait : la pratique religieuse n’est plus à la mode, la Foi elle sert beaucoup quand on a faim … plus personne n’a faim alors la foi et les curés c’est oublié ! … Mais non P. Codutti ! On est là pour toi, pour l’homme, pour l’ami, pour le salésien, et pour le prêtre … tu ne le savais pas, alors on va te le dire même en frioulan !
Furlan
Mandi Gianni, mandi Tite, mandi padre Codutti !
Ognun lu clamave a mût so!
E cumo’… o scugnin fa cence di te … il mont no si ferme, al po’ là indenant, ma in ogni mût nol sarà pluj chel …
Padre Codutti i furlans di Lion, a son dongje di te, o vin fat un toc di strade insieme, o sin vignûs a saludati … ancjemo’ une volte, il gjâl a l’a cjantât, e ti tocje là, pal l’ultin viac’, tu saludaras duc’ lassu’ cuanche tu rivis, tu disarâs che non vin dismenteât nissun … a son duc’ ch’a ti spjetin.
Tu as lassât Brazzà, ancje tu ? libar … di scugni là, partît, no par fati alc, come che si diseve une volte, ma par une vocazion di missionari e tu, ben planc tu as fat une vorone, l’umanitât a jêre il to cantîr, la capelle il to laboratori, come il presepio, cu l’aghe che cor e la lûs ch’a si stude cuanche al va a mont il soreli …
Si, e jé vere, ogni tant, raramentri, si beveve un taj, si faseve une partide di cjartes, ma plui che da fûr cjartes, tu as dât fûr amicizie; fraternitât, l’amor di Crist a duc’!
Noatris furlans, o sin testemonis, che tu, tu as fat onôr al Friûl e a l’Italie, o sin braurôs de to vite, fate di umiltât, di modestie, di caritât … un missionari di chej vêrs, come no si cjatin pluj … la machine a jé rote ancje in Friûl.
Tu partisis, ma ce che tu as fat, al reste di esempli, tu as fat in mût che la Mission, a deventi une parocchie o provarin a mandale indenant …
Viôt mo’ Don Codutti, tu sâs che i furlans no fasin la predicje lungje, ma lassimi fevelà … e cheste volte, cun rispiet, ti disin ch’o sin testemonis, che tu ses stât pal mont cu i emigranz e che tu as fat il bon pastor, il bon predi, tu as vuadagnat il rispiet di duc’, e tu partisis cul cjâf alt, o sin testemonis, pa la Glesie, pal Friul, e ancje par chei di Brazza o di Sante Margarite, Don Codutti a l’é stât un brâf missionari! E no an di smenteà il lôr compaesan!
Une volte il plevan in Friul, al usave di’ un de »profundis » in latin, chêl ch’al scomenze par : »de profundis clamavi a te Domine, Domine exaudi vocem meam … » e vie indenant che nissun capive pluj nuie, e jé la pluij biele preiere pai muarz, par te le vin voltade un tocut in furlan:
Signôr, ti clami dai fons li ch’o mi cjati, Signôr, scolte la me vôs, slungje la tô orêle, par scoltà la vôs de mê preiere, se tu tegnis cont, nome des tristerîs, Signôr, cui podarâl, portale fûr?
Chest a l’é il scomenzà dal De profundis in furlan, e vie indenant fin ‘’al requiescant in pace, amen’’… duâr in pâs Don Codutti ! Il Signor a l’é dongje di te!
Mandi Padre Codutti i furlans di Lion no ti smentearan … Mandi!
Italiano
Mi sembra doveroso esprimere, anche due parole in italiano, forse é possibile riassumere la tua vita solo con due parole, la modestia e l’umiltà. Sei é stato un missionario, un pastore che si é messo all’altezza del suo gregge …
Come vedi tutti gli italiani sono accanto a te, abbiamo fatto un pezzo di strada assieme, e siamo venuti a salutarti, parti per l’ultimo viaggio, noi rimaniamo sulla panchina, tu va avanti come lo hai sempre fatto.
P. Codutti sei della famiglia, e ti possiamo parlare francamente, hai fatto onore alla tua gente, al tuo Paese, alla tua Fede, te ne ringraziamo, e non lo dimenticheremo, sei stato di esempio e lo seguiremo!